Oggi, 25 anni dalla scomparsa di Kurt Cobain #nirvana #lettera

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Oggi sono passati esattamente 25 anni da quando fu ritrovato il corpo di Kurt Cobain dopo che si era sparato un colpo di fucile (in un nostro articolo le foto inedite del fucine) alla testa. Aveva solo 27 anni quando ha deciso di togliersi la vita, finendo suo malgrado nel “Club 27”, come Jimi Hendrix, Jim Morrison, Janis Joplin, Amy Winehouse.

Ebbe un ruolo importante per la musica degli anni 90 ma non solo. Con  “Nevermind” nel 1991 ha portato la musica indipendente in vetta alle classifiche, portando alla luce le inquietudini di quella che allora veniva chiamata la Generazione X. Sentimenti messi in musica quelli della rabbia e del dolore post punk dei Nirvana che sono poi diventati la vera voce di una generazione, ma nonostante tutto questo successo musicale ma anche morale, Kurt non ha retto il peso della sua nuova immagine. Capire perchè quando sei sulla vetta del successo decidi di spararti alla testa non è facile. Oggi avrebbe avuto solo 52 anni e non possiamo purtroppo sapere cosa sarebbe successo alla sua evoluzione musicale ai giorni.

Il corpo di Cobain fu ritrovato nella serra presso il garage nella sua casa di Seattle da Gary Smith, un elettricista della Veca Electric, giunto nella villa per installare l’illuminazione di sicurezza. Accanto al cadavere il fucile a pompa che Dylan Carlson aveva comprato per Kurt e una lettera. La scrisse prima di togliersi la vita, indirizzandola a un suo amico immaginario dell’infanzia  “Boddah”, confessandogli la sua disperazione. Un testo drammatico, che cita il Neil Young di My My, Hey Hey (Out of the Blue)  – “È meglio bruciare in fretta che spegnersi lentamente” e spiega i motivi per cui il ventisettenne Kurt Cobain aveva deciso di non combattere più.

Ecco il testo integrale tradotto in italiano (la lettera nella foto).

«A Boddah.

Vi parlo dal punto di vista di un sempliciotto un po’ vissuto che preferirebbe essere un bimbo lamentoso. Questa lettera dovrebbe essere abbastanza semplice da capire. Tutti gli avvertimenti della scuola base del punk-rock che mi sono stati dati nel corso degli anni, dai miei esordi, come l’etica dell’indipendenza e della comunità si sono rivelati esatti. Non provo più emozioni nell’ascoltare musica e nemmeno nel crearla e nel leggere e nello scrivere da troppi anni ormai. Questo mi fa sentire terribilmente colpevole. Per esempio quando siamo nel backstage e le luci si spengono e sento alzarsi forte l’urlo del pubblico, non provo quello che provava Freddie Mercury, che si sentiva inebriato dalla folla, ne traeva energia e io l’ho sempre ammirato e invidiato per questo. Il fatto è che non posso imbrogliarvi, nessuno di voi. Semplicemente non sarebbe giusto nei vostri confronti né nei miei. Il peggior crimine che mi possa venire in mente è quello di fingere e far credere che io mi stia divertendo al 100%. A volte mi sento come se dovessi timbrare il cartellino ogni volta che salgo sul palco. Ho provato tutto quello che è in mio potere per apprezzare questo (e l’apprezzo, Dio mi sia testimone che l’apprezzo, ma non è abbastanza).

Ho apprezzato il fatto che io e gli altri abbiamo coinvolto e intrattenuto tutta questa gente. Ma devo essere uno di quei narcisisti che apprezzano le cose solo quando non ci sono più. Sono troppo sensibile. Ho bisogno di stordirmi per ritrovare quell’entusiasmo che avevo da bambino. Durante gli ultimi tre nostri tour sono riuscito ad apprezzare molto di più le persone che conoscevo personalmente e i fan della nostra musica, ma ancora non riesco a superare la frustrazione, il senso di colpa e l’empatia che ho per tutti. C’è del buono in ognuno di noi e credo di amare troppo la gente, così tanto che mi sento troppo fottutamente triste. Il piccolo triste, sensibile, ingrato, pezzo dell’uomo Gesù! Perché non ti diverti e basta? Non lo so. Ho una moglie divina che trasuda ambizione ed empatia e una figlia che mi ricorda di quando ero come lei, pieno di amore e gioia.

(Frances, ndr) Bacia tutte le persone che incontra perché tutti sono buoni e nessuno può farle del male. E questo mi terrorizza a tal punto che perdo le mie funzioni vitali. Non posso sopportare l’idea che Frances diventi una miserabile, autodistruttiva rocker come me. Mi è andata bene, molto bene durante questi anni, e ne sono grato, ma è dall’età di sette anni che sono avverso al genere umano. Solo perché a tutti sembra così facile tirare avanti ed essere empatici. Penso sia solo perché io amo e mi rammarico troppo per la gente. Grazie a tutti voi dal fondo del mio bruciante, nauseato stomaco per le vostre lettere e il supporto che mi avete dato negli anni passati. Io sono un bambino incostante, lunatico! E non ho più nessuna emozione, e ricordate, è meglio bruciare in fretta che spegnersi lentamente.

Pace, amore, empatia. Kurt Cobain.

Frances e Courtney, io sarò al vostro altare.

Ti prego Courtney tieni duro, per Frances.

Per la sua vita, che sarà molto più felice senza di me.

VI AMO. VI AMO. »

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