Nadia Toffa torna a Le Iene: due mesi per curare il cancro “Non bisogna vergognarsi”

Non è facile convivere con il cancro, non lo è per chi è malato e non lo è per la famiglia che porta supporto. Per certi versi da quando si viene a conoscenza della malattia si entra in uno stato di stand-by che dura mesi, anni. Ho perso mia madre solo cinque giorni fa e oggi aprendo le notizie per aggiornarmi sulle novità nel mondo ho letto di Nadia Toffa. Avevo parlato di lei a dicembre quando aveva avuto un malore durante la trasmissione de Le Iene, dove ora è finalmente tornata. Il 6 febbraio per lei è una data importantissima, la fine delle cure contro il tumore. Per me è una data altrettanto importante, è stato l’ultimo giorno in cui ho visto mia madre fino all’ora di andare a dormire, l’ultima giornata prima di venire ingoiati completamente nella sofferenza del dolore prima suo e poi mio per la perdita. Sembra strano, ma ci si sente accomunati dalla malattia anche con persone che non si conoscono, come fossimo tutti parte di una grande famiglia e come si condivide il dolore, si ha gioia di condividere la sconfitta di una battaglia contro questo maledetto male.

Ho aspettato tanto questo momento. Sono emozionata e se vi va mi prendo due minuti per dire delle cose importanti, per raccontare questi due mesi. Ho preso anche degli appunti, a mano come si faceva a scuola, perché ve le voglio dire tutte le cose che mi sono successe. Il nostro rapporto è sempre stato di sincerità e voglio essere sincera con voi. Non è facile”. Così dopo due mesi di assenza torna a Le Iene e nella sua prima puntata parla commossa di questi ultimi due mesi “Ho avuto un cancro”. Dopo un primo silenzio continua “In questi due mesi mi sono curata, ho fatto chemioterapia e radioterapia dopo un’operazione, perché dei meravigliosi medici mi hanno operata e mi hanno tolto il cento per cento di questo cancro. Ho fatto una radio e una chemioterapia preventiva, perché poteva essere rimasta una piccola cellula che la tac non vedeva. Il medico mi ha guardato negli occhi e mi ha detto: se tu fossi mia figlia io farei così. C’è una data molto importante per me, che è il 6 febbraio: cinque giorni fa ho finito la radio e la chemio. Non lo sapeva nessuno. Seguendo anche il consiglio dei medici ho affrontato questa cosa mettendo tutte le mie energie, che voi conoscete, tutta la mia carica, la mia positività, le mie risa per curarmi”.

Ma non è solo una confessione in diretta, perché la Toffa vuole lanciare dei messaggi importanti per chi sta vivendo questo calvario, più o meno difficile: “Ora ho deciso di condividere con voi perché lo meritate. In più credo che non ci sia niente di cui vergognarsi. Io sto benissimo. Questo è il messaggio bello che voglio dare. Non mi vergogno dei chili che ho perso, li riprenderò; non mi devo vergognare di quella che indosso, perché questa è una parrucca… sono più belli dei miei, è vero o no?” Al suo fianco Nicola Savino e Matteo Viviani.

La paura di chi si ammala di tumore è quella di venire trattati in modo differente, lo so bene. Mia madre con la grande discrezione che l’ha da sempre contraddistinta non ha voluto dire a nessuno quello che stava passando, sempre sorridente, sempre forte, fino alla fine. Si chiama Bisogno di Normalità, la stessa normalità che anche Nadia ora chiede e che dal 2 dicembre giorno dello svenimento che l’ha portata a conoscenza della malattia, ha avuto paura di perdere: “Mi sento orgogliosa anche di sapere cosa hanno provato le persone che ho intervistato per anni che combattevano contro il cancro, dalla Terra dei fuochi all’Ilva di Taranto. […] Mi è venuta in mente Gabriella, la bambina di Taranto che mi aveva raccontato di quanto avesse sofferto quando le erano caduti i capelli dopo che si era ammalata. Gabriella, ti ringrazio, perché ti ho pensato: se ce la fa uno scricciolo come te, allora ce la posso fare anch’io”.

Noi malati di cancro – dice – siamo dei guerrieri, dei fighi pazzeschi!”. Conclude con un altro monito molto importante, contro le false cure e i guaritori senza scrupoli con le loro cure alternative: “Voglio dare un ultimo messaggio, ancora più a gran voce. Sapete che negli anni ho trattato tanti servizi su medici farlocchi che dicono di curare il cancro con l’acqua fresca o showgirl che vanno a professare pomate magiche – le ho anche prese… ecco lo sento profondamente e lo voglio dire con tutta la voce che ho, che le uniche cure contro il cancro sono la chemio e la radio. Poi ci sono altre cose che contano: il buonumore, lo stile di vita… Ma non si parte a fare nessuna battaglia senza chemio e radio”.

E aggiungo io, l’importanza di chi si ha intorno, dei familiari più stretti, degli amici e dello staff medico che ti segue. Purtroppo nel mio caso ho visto chiudersi per sempre la storia contro il carcinoma, rimanendo senza la parte più importante, mia madre. Ma terrò sempre nel cuore gli oncologi che con estrema umanità le sono stati accanto fino alla fine, tenendole la mano, passando anche fuori servizio solo per un saluto. Tutto il personale della clinica dove era ricoverata per una lunga e interminabile settimana, dalle signore della cucina, della pulizie. Le splendide infermiere e tutti gli altri medici. Non siamo numeri, non siamo solo casi da curare. Siamo persone, fino all’ultimo istante.

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