I social network, in particolare Facebook, ogni giorno vengono usati da milioni di persone per comunicare e condividere immagini e foto, ma sempre più spesso sono stati al centro di situazioni tutt’altro che positive, a dimostrazione di quanto un semplice post su una piattaforma social possa avere effetti da non sottovalutare nella vita reale.
E ancora una volta, nei giorni scorsi, si è verificato un caso di licenziamento a causa di un messaggio su Facebook, che non ha mancato di scatenare polemiche.
Il caso si riferisce a Daniela Ciampa, una donna di 38 anni, dipendente della società Euroristorazione, che si occupa della mensa scolastica nel comune di Nichelino. A seguito di un post su Facebook nel quale la donna criticava il servizio offerto dalla mensa scolastica, è arrivata l’iniziale sospensione e il successivo licenziamento da parte dell’azienda.
La donna si è difesa spiegando che si è trattato di un commento scritto da madre di due figli che frequentano la scuola nello stesso comune e fruiscono del servizio di mensa scolastica, e non da dipendente, non essendoci stato alcun riferimento diretto all’azienda per cui lavora. Nonostante ciò il licenziamento è arrivato, e adesso la donna sta pensando di ricorrere al Tribunale del Lavoro.
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Nichelino: licenziata per un commento pubblicato su Facebook
I social network, in particolare Facebook, ogni giorno vengono usati da milioni di persone per comunicare e condividere immagini e foto, ma sempre più spesso sono stati al centro di situazioni tutt’altro che positive, a dimostrazione di quanto un semplice post su una piattaforma social possa avere effetti da non sottovalutare nella vita reale.
E ancora una volta, nei giorni scorsi, si è verificato un caso di licenziamento a causa di un messaggio su Facebook, che non ha mancato di scatenare polemiche.
Il caso si riferisce a Daniela Ciampa, una donna di 38 anni, dipendente della società Euroristorazione, che si occupa della mensa scolastica nel comune di Nichelino. A seguito di un post su Facebook nel quale la donna criticava il servizio offerto dalla mensa scolastica, è arrivata l’iniziale sospensione e il successivo licenziamento da parte dell’azienda.
La donna si è difesa spiegando che si è trattato di un commento scritto da madre di due figli che frequentano la scuola nello stesso comune e fruiscono del servizio di mensa scolastica, e non da dipendente, non essendoci stato alcun riferimento diretto all’azienda per cui lavora. Nonostante ciò il licenziamento è arrivato, e adesso la donna sta pensando di ricorrere al Tribunale del Lavoro.
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