La “Amazon tax” diventa realtà, a Seattle. Una tassa sulle grandi aziende per aiutare i senzatetto

E’ già da alcuni anni che in molti paesi del mondo, compreso il nostro, si discute dell’introduzione di una tassazione adeguata per le grandi aziende che fatturano miliardi a livello globale ma, spesso, pagano imposte piuttosto ridotte, soprattutto se confrontate alle enormi entrate generate ogni anno. Anche in Italia se ne parla già da tempo ma un provvedimento del genere non è ancora entrato in vigore e di certo non è dato sapere quando e soprattutto se verrà mai realizzato.

Differente, invece, è l’approccio adottato da una città statunitense molto conosciuta. Stiamo parlando di Seattle, dove si trova il quartier generale di un colosso come Amazon ma anche di molte altre aziende di successo. E’ proprio la città che in questi giorni ha approvato l’introduzione di una nuova tassa destinata principalmente alle aziende più grandi, e il cui ricavato servirà ad aiutare i senzatetto e, in generale, quella parte della popolazione meno fortunata. Una decisione che, tuttavia, ha già scatenato qualche polemica e non solo.

Il provvedimento, inizialmente, era ancora più pesante e prevedeva una imposta superiore a 500 dollari per ogni dipendente assunto a tempo pieno, che le aziende con un fatturato pari o superiore ai 20 milioni di dollari l’anno avrebbero dovuto versare nelle casse della città. Il provvedimento, tuttavia, ha subito una revisione al ribasso, e la versione definitiva approvata dalla città prevede il versamento di una imposta di 275 dollari per ogni dipendente.

La tassa dovrà essere versata per 5 anni e punterà a raccogliere circa 45 milioni di dollari l’anno che serviranno alla costruzione di case popolari e strutture pensate per aiutare i senzatetto e in generale le persone meno fortunate.

Considerando che Amazon, solo a Seattle, conta circa 45.000 dipendenti, sarà l’azienda più colpita da questo provvedimento, ma non sarà l’unica. Secondo una stima sarebbero 545 le aziende che dovranno versare questa tassa. La decisione, tuttavia, non è piaciuta a molte aziende e alla stessa Amazon che si è detta preoccupata dell’approccio ostile adottato dal consiglio comunale nei confronti delle grandi aziende. Una decisione che, a detta del colosso fondato da Jeff Bezos, mette a rischio il futuro di Amazon nella città di Seattle. Il problema della città, secondo Amazon, non è nei ricavi generati ma nell’efficienza della spesa.

Non a caso, in attesa di scoprire se il provvedimento sarebbe stato approvato, Amazon ha bloccato i lavori destinati all’ampliamento del quartier generale della società a Seattle. Struttura che nei prossimi anni dovrebbe creare 7000 nuovi posti di lavoro. Resta adesso da capire quali saranno gli sviluppi futuri.

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