Google: arriva la sanzione record dalla UE. 4.3 miliardi di euro per abuso di posizione dominante con Android

Negli anni passati abbiamo più volte assistito a controversie importanti che hanno coinvolto colossi della tecnologia in Europa, accusati di adottare pratiche scorrette per ampliare il proprio dominio sul mercato, a danno della concorrenza. Un esempio di quanto appena descritto, che continua ad essere al centro di indagini da parte delle autorità europee è senza dubbio Google (controllata dalla holding Alphabet).

Poche settimane fa erano trapelate indiscrezioni secondo le quali la Commissione Europea, entro il mese di luglio, avrebbe sanzionato il colosso di Mountain View con una maxi multa, in merito all’abuso di posizione dominante perpetrato da Google per favorire la sua piattaforma Android sul mercato. E dalle voci di corridoio si è passati ai fatti, con l’ufficialità arrivata proprio oggi. La Commissione europea ha deciso di sanzionare Google con quello che si rivela un duro colpo per l’azienda statunitense.

In effetti, come anticipato dalle precedenti indiscrezioni, la sanzione segna un nuovo record rispetto al passato. La Commissione europea ha deciso di multare Google per 4.3 miliardi di euro (circa 5 miliardi di dollari), come sottolineato dalla Commissaria alla Concorrenza, Margrethe Vestager.

La decisione arriva a distanza di qualche anno dalle indagini avviate nel 2015 dalla Commissione Europea, che ha puntato i riflettori sull’attività di Google a seguito delle denunce arrivate da alcuni dei suoi concorrenti. Nel 2016 è stata formalizzata l’accusa nei confronti della multinazionale statunitense, responsabile secondo l’UE di aver abusato della sua posizione dominante per spingere la piattaforma Android.

In particolare, secondo quanto ricostruito dalle indagini europee, Google avrebbe sfruttato la sua posizione dominante costringendo i produttori hardware, da Samsung a Huawei, a installare app come Chrome e Google Search sui propri dispositivi. Una condizione indispensabile per poter ottenere la licenza del Play Store. Secondo la Commissione Europea, inoltre, Google avrebbe pagato e offerto incentivi a tutti gli operatori e produttori imponendo l’installazione esclusiva di Google Search sui propri dispositivi. In questo modo l’azienda avrebbe ampliato il dominio dei suoi servizi, ma al tempo stesso danneggiando la concorrenza e gli stessi consumatori, riducendo la loro libertà di scelta.

Non si è fatta attendere la risposta di Google, che ricorrerà alla decisione della Commissione Europea, ribadendo come Android abbia creato più scelta per tutti e non meno. Intanto la multinazionale avrà tempo 90 giorni per adeguarsi alla decisione.

Bisogna ricordare, tuttavia, che pur trattandosi della sanzione più alta comminata fino ad oggi, non è la prima volta che la Commissione Europea prende provvedimenti nei confronti di Google. Risale solo all’anno scorso la multa di 2.4 miliardi di dollari nei confronti dell’azienda di Mountain View, per la concorrenza sleale perpetrata attraverso il servizio di comparazione prezzi Google Shopping ai danni dei competitor. Anche in quel caso Google ha presentato ricorso alla Corte di Giustizia europea.

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