Elezioni in svezia, voto storico

In queste ore (fino alle 20) i cittadini svedesi sono chiamati al voto per rinnovare i 349 seggi del parlamento nazionale, il sapore di questa tornata elettorale è però quello della storia, infatti stando alle proiezioni la composizione del prossimo parlamento metterà in seria difficoltà gli attori politici, per la prima volta nella sua storia recente la Svezia difficilmente avrà una solida maggioranza cui affidare l’esecutivo.

 

La colpa o il merito, è ancora una volta di un partito non certo nuovo “I Democratici svedesi”  (fondato nel 1988) ma che ha subito un pesante restyling per merito del suo più recente leader Jimmie Akesson, che ha trasformato un partito neonazista in una sorta di partito di destra identitaria, operazione per nulla nuova se si guarda al quel che è accaduto all’ex front national francese. Evidente è il risultato che portano queste operazioni, i partiti che vanno un po’ à rebours, che puntano sulla tradizione, ce l’hanno con i mercati e con l’europa piacciono e vengono votati, non è difficile vederli in doppia cifra nelle percentuali dei consensi.

Quello che è certo è che Jimmie non vincerà questa battaglia, almeno in senso assoluto, ma stravincerà in senso relativo (alcuni sondaggi lo vedono attorno al 20% delle preferenze) rendendo impossibile all’uscente maggioranza  socialdemocratica in coalizione con altre forze di sinistra la ripetizione di questa formula di governo che probabilmente non avrà i numeri necessari ad ottenere la fiducia. La strada che rimane percorribile è quella di  un’improbabile coalizione tra centro destra e centro sinistra il tutto per escludere dalla compagine di governo il terzo polo dei Democratici svedesi. Un governo di grande coalizione però mostra evidenti problemi di comunicazione, infatti in queste situazioni, dalle maggioranze create per forza e per arginare qualcuno, soprattutto se è un partito “populista”, chi ne esce come il vero vincitore è proprio quest’ultimo che ha buon gioco nel mostrarsi all’opinione pubblica come il vero depositario del volere delle masse che le elites vogliono ad ogni costo allontanare dalla stanza dei bottoni.

Il consenso dei Democratici svedesi va cercato nel senso di abbandono che imperversa lontano dal centro e dal senso di preoccupazione per la possibile mancanza di copertura per lo stato sociale del paese, che è proverbialmente sia fiore all’occhiello sia pilastro portante della società svedese; chiaramente le prove numeriche di questa mancanza di copertura non ci sono ma è questo il tema che Jimmie Akesson ha cavalcato durante la lunga campagna elettorale, sostenendo che il tutto avverrà a causa dell’ ingresso di 400 000 rifugiati accordato dai precedenti governi che sono andati ad appesantire un ingranaggio ben oliato ma fragile.

Non resta che aspettare e osservare : il sovranismo è diventato la cifra e lo spirito dei nostri tempi?

Photocredit (AFP/TT News Agency/Mats Andersson)

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