Burgez: cosa ha scatenato le polemiche sulla catena di fast food milanese

E’ un dato che viene ricordato in maniera costante quello legato alla disoccupazione in Italia, soprattutto quella giovanile che ha raggiunto livelli impressionanti negli ultimi anni, nonostante siano molti i giovani disposti a sacrificarsi e spesso anche accontentarsi di lavori sottopagati in condizioni tutt’altro che allettanti. Trattandosi di un tema caldo è inevitabile che, quando viene toccato, rischia sempre di scatenare polemiche.

Non stupisce, quindi, che abbia scatenato molte discussioni sui social l’episodio che ha coinvolto la giovane ma promettente catena di fast food milanese Burgez, finita in una vera e propria”bufera mediatica” causata da un’offerta di lavoro pubblicata online dai toni certamente provocatori, che non ha mancato di scatenare l’ira di molti.

Tutto ha avuto inizio con un messaggio postato sui canali social ufficiali dalla catena di fast food tutta italiana nata nel 2015 a Milano. Nel post viene spiegato che Burgez è alla ricerca di una cassiera da assumere nel punto vendita in via Savona, a Milano, ma è ciò che viene scritto dopo al centro del problema. Ecco il messaggio completo:

“Stiamo cercando una cassiera per Burgez (via Savona).
Se ci chiedete perché la maggior parte delle cassiere sono ragazze filippine vi rispondiamo perché le italiane il sabato hanno il moroso, il mercoledì hanno la palestra, la domenica la stanchezza, ecc.
Italiane, svegliatevi! Il lavoro c’è, siete voi che non ci siete”.

Non si è fatta attendere la risposta di molte persone che, attraverso i social, hanno criticato il post tacciato, da alcuni, come razzista e sessista. Qualcun altro, invece, ha accusato Burgez di preferire dipendenti stranieri in modo da pagarli di meno, ma a questo l’azienda ha risposto sottolineando che applica contratti regolari nel rispetto delle leggi italiane.

A chiarire ulteriormente le motivazioni dietro questa provocazione ci ha pensato il fondatore di Burgez, Simone Ciaruffoli, intervistato da Rolling Stone che, evidenziando la natura provocatoria della comunicazione che da sempre l’azienda usa,  ha rivendicato la veridicità di quanto affermato nel post. Il fondatore di Burgez ha spiegato di trovarsi spesso di fronte a richieste assurde da parte di italiani in cerca di lavoro, dalla richiesta di weekend liberi al tempo da trascorrere tra palestra e fidanzato. Questo, secondo Ciaruffoli, è provocato da una società che, spesso, tende a viziare i giovani facendo credere di poter avere solo diritti senza alcun dovere.

Tra i tanti messaggi di critica, tuttavia, non sono mancati quelli a favore di Burgez, anche e non solo da parte di dipendenti, ma anche di quella fetta consistente di giovani volenterosi del nostro paese che preferiscono darsi da fare senza lamentarsi.

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