Amarcord Calcio, quando Maradona giocò per beneficenza ad Acerra

Sono passati ben trentatre anni da quando Diego Armando Maradona, al culmine della sua carriera, in forza al Napoli, corse insieme ai suoi compagni di squadra in un campo di Acerra, per sostenere una raccolta fondi per un intervento a favore di un bambino. Il Campione non se lo fece dire due volte. Il suo carattere impulsivo e poco incline a compromessi, lo fece partire contro il parere dei vertici della squadra, dell’assicurazione per qualcosa a cui teneva veramente. Il suo non era un gesto pubblicitario. La cosa infatti è passata – a parte nella zona Campana – abbastanza in sordina. All’epoca non c’erano i mezzi mediatici odierni, che fotografano e condividono ogni cosa.

Un bel gesto, che mi piaceva riproporre, per evidenziare il lato umano, i gesti comuni, di qualcuno da sempre visto in un mondo patinato. Diego Armando & Co. sono scesi in un campo bello fangoso e hanno giocato calcio vero.

Pietro Puzone,  giocatore, riserva  del Napoli, viene contattato da un padre di Acerra in disperato bisogno di raccogliere fondi per un’operazione urgente, ma troppo costosa, che avrebbe salvato la vita del figlio piccolo e malato. Il padre aveva cercato di contattare il Napoli per organizzare una partita di beneficenza, ma Ferlaino non aveva acconsentito alla richiesta per paura che i suoi giocatori si infortunassero. Tramite Puzone la voce giunge però alle orecchie di Diego Armando Maradona, che si ribella al presidente, paga di propria tasca la clausola di 12 milioni alla sua assicurazione contro gli infortuni esclamando: “Che si fottano i Lloyd di Londra! Questa partita si deve fare per quel bambino”, e nel gennaio del 1985 si presenta in un fangoso terreno di periferia per giocare. (fonte facebook)

Nel 1985  in un freddissimo e ventoso  gennaio i giocatori del Napoli, liberi e per puro spirito di solidarietà hanno partecipato ad un Evento per aiutare chi soffriva. In una giornata plumbea i ragazzi del Napoli, si sono allenati, fatte le foto e corso dietro ad un pallone – hanno fatto tanti gol – per far divertire ma anche per compiere un gesto d’amore, ed aiutare chi non aveva i mezzi e le possibilità economiche.

Tanta gente intorno al campo, tantissimi bambini, con i campioni veri, in mezzo a quella stessa gente, incredula per quel che stava accadendo. Loro erano davvero li,  si stavano riscaldando tra le auto in sosta, correndo su quel campo fangoso.

Diego ha giocato, con la stessa voglia di sempre, senza limitarsi e combattendo come al solito, per vincere.

Tutti quelli che erano presenti hanno vissuto un’emozione unica, indelebile nel tempo.

Lo scopo era stato raggiunto.

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